Le alternative a Safe Harbour

di | 17 April 2016

La Commissione europea ha pubblicato una guida per trasferire dati al di fuori dell’EU dopo la sentenza Schrems: http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-15-6014_en.htm.

Ora, in attesa del Privacy Shield, sono percorribili due strade: usare clausole contrattuali o usare le cosiddette binding corporate rules (BCR). Questi due metodi sono applicabili a tutti i trasferimenti di dati presso Paesi per i quali non è disponibile un’autorizzazione della Commissione europea o del Garante privacy nazionale.

Per i titolari sono disponibili le seguenti guide:

I primi due documenti sono disponibili in diverse lingue.

Categoria: Open Forum Tag: , ,

Informazioni su Cesare Gallotti

More than 15 years of experience in information security and IT process management. Italian representative in ISO/IEC SC 27 WG1 international meetings for writing ISO/IEC 27000 standard family. Activities in Italy, Europe, Asia and Africa, for companies of various sizes and market sectors. Consultancy, training and audit for: information security, quality, compliance with legal requirements (Personal Data Protection, SOX, etc.), compliance with international standards (ISO 9001, ISO/IEC 27001, ISO/IEC 20000, ISO 22301, etc.), and processes improvement.

2 pensieri su “Le alternative a Safe Harbour

  1. Ernesto Falcone

    Buonasera, sono appena entrato in questa community e volevo porre un quesito in merito all’argomento in oggetto.
    Una piccola azienda campana (circa 25 addetti) che utilizza da tempo account email su piattaforma GOOGLE (gmail) ma con estensione @nomeazienda.it , in considerazione del fatto che il Safe Harbour è decaduto e che il Privacy Shield è stato bocciato dal Garante Europeo, come deve regolarsi rispetto al fatto che i propri dati sono tarttati da un’azienda USA su Server probabilmente residenti fuori della UE?

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.